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COMUNI POPOLARI CINESI
(1958-1980). Strutture di base della società costituite nelle campagne cinesi nel 1958 per iniziativa di Mao Zedong. Più volte modificate, furono gradualmente dissolte dopo il 1980. Erano fondate sulla proprietà collettiva delle terre da parte degli abitanti nati o comunque stabilmente residenti sul posto: svolgevano attività prevalentemente agricole, ma anche minerarie, artigiane o manifatturiere. Dovevano costituire le cellule della società e condurre collettivamente la produzione, impegnandosi nella promozione della piccola industria e assicurando al tempo stesso la gestione dei servizi scolastici, sanitari e amministrativi, nonché il controllo militare e la protezione civile attraverso le milizie contadine. Miravano ad assicurare l'autosufficienza della popolazione rurale e un certo sviluppo moderno (anche in caso di un attacco nemico ai centri urbani), il mantenimento dei contadini nelle aree rurali senza trasferimenti a quelle urbane, l'assorbimento della manodopera eccedente e l'assistenza per i gruppi marginali attraverso meccanismi ugualitari senza intervento dello stato. Il potere al loro interno era gestito dai quadri locali del Partito comunista garantendo così il controllo delle campagne attraverso l'apparato del partito al potere.
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